ATM: la storia di un click

Le principali azioni dei muscoli della masticazione, fattori chiave dell’ATM, sono l’elevazione e la depressione della mandibola anche se un ruolo importante e sinergico nell’apertura e chiusura della bocca è riservato a funzioni secondarie quali la protrusione, l’escursione laterale e la retrazione mandibolare.


Questi fattori, unitamente alle connessioni neurologiche costituite dalle sinapsi che dall’ATM si collegano al midollo cervicale superiore, attraverso il nucleo del trigemino, rendono i disturbi/disordini dell’articolazione temporo-mandibolare un’area comune di disfunzione che può provocare sintomi dolorosi.

Il dolore è il segno più importante e frequente ma il più difficile da valutare.

Lo scricchiolio dell’articolazione è molto frequente e di per sé non ha importanza assoluta se non è accompagnato da dolore ma è pur sempre indice di una sofferenza articolare e quindi è da valutare se è correlato ad altri disturbi, magari nel collo.

Ciò che permette la focalizzazione dell’attenzione dell’osteopata sulle disfunzioni dell’ATM – escludendo patologie (infezioni odontostomatologiche, infezioni delle ghiandole salivari, linfoadenopatie, etc) che le “imitano” anche nell’insorgenza e manifestazione della sintomatologia dolorosa – è la localizzazione del dolore prevalentemente nella regione preauricolare, dolore che può essere accompagnato da suoni di sfregamento e di click durante la funzione mandibolare nonché da una ridotta apertura della mandibola.

(La linea di apertura verticale diritta oppure che devia in modo irregolare dà indicazioni sulla funzione mandibolare. La distanza – misurata tra gli incisivi – di massima apertura verticale della bocca senza dolore è di 42-55mm).

Il crepitìo o i rumori di sfregamento provenienti dall’ATM durante la funzione mandibolare sono segni tipici di osteoartrosi, soprattutto in età avanzata (degenerazione e assottigliamento della testa del condilo mandibolare).

Qualora tali segni comparissero nel giovane, l’attenzione dovrà essere indirizzata verso altre tipologie di artriti (artrite reumatoide o patologie reumatologiche).

Difficilmente con la manipolazione della mandibola si elimina lo scroscio articolare dell’ATM.

Un’insufficiente funzione della mandibola, che provoca un ridotto grado di movimento mandibolare in tutte le direzioni, dovrebbe far pensare soprattutto ad una disfunzione della funzione masticatoria (difficoltà ad alimentarsi e a parlare, sensazione che la mandibola “si inceppi” o “rimanga bloccata”) e la prima indicazione consisterà in una diagnosi e terapia ad indirizzo odontostomatologico.

In seguito ad anomalo funzionamento dell’ATM possono insorgere nel tempo dolore e disfunzioni miofasciali, alterazioni della fisiologica funzione interna (disco articolare assottigliato o leso che provoca un’interferenza meccanica e un restringimento del normale grado di attività mandibolare), osteoartrosi (malattia degenerativa che colpisce soprattutto la cartilagine articolare dell’ATM).

Tra le conseguenze appena elencate la disfunzione miofasciale è comunque di gran lunga prevalente e si presenta con un dolore diffuso che è ciclico (peggiora soprattutto al mattino e al cambio di stagione) e si irradia in diverse aree del cranio e del collo, in particolare ai muscoli della masticazione.

A volte il dolore insorge a causa di un disordine muscolare – dovuto a movimenti provocati da stress, ansia o depressione che “costringono” la persona a bruxare o digrignare i denti- altre volte insorge come cervicalgia o cefalea in persone che hanno protesi dentarie inadatte, di scarsa qualità, consumate, oppure essere la conseguenza di traumi che coinvolgono l’ATM come per esempio incidenti sportivi, automobilistici, posizioni obbligate per interventi odontostomatologici o in anestesia generale in cui è necessaria l’intubazione oro-tracheale.

Circa il 70% della popolazione ha almeno un segno di disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare e di questi solo una piccola parte ne è cosciente.

Spesso si tende a sottovalutare disturbi (dolori aspecifici della bocca, della faccia, del cranio, del collo, difficoltà della masticazione) che passano quasi inosservati per anni finché non cominciano a dare sintomi importanti che vengono frequentemente classificati ad origine neurologica o odontostomatologica non identificata.

Solo il 5% della popolazione con uno o più segni di disfunzione dell’ATM cerca un trattamento specifico per la risoluzione o il miglioramento del problema e la maggior parte è costituita da donne con un rapporto di 4:1.

In realtà le persone che potrebbero giovarsi di un trattamento sono molte di più perché, a causa di sistemi di feed-back neuronale, vi sono diverse alterazioni dell’ATM che riguardano il collo e il cranio (cefalea, otalgia, acufeni, cervicalgia, dolore alle spalle) ma anche altri sistemi come quello viscerale (colon irritabile) e endocrino (prurito).


Fabiola Marelli
Osteopata

 

 

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