La trasgressione della normalità

Primo piano una goccia composta da tutti i colori si infrange su una superficie nera, simbolo della 'diversità' di ciascuno. Il punto è l'editoriale di Fabiola Marelli, Osteopata e Amministratore di CRESOMentre sto viaggiando la mia attenzione viene attratta da alcuni alberi ai lati della strada.
Piante bellissime. Imponenti.
Il solo guardarle mi dà gioia.
Hanno una particolarità.
Saranno normali?

Cos’è normale? Chi lo decide?

Perfezione. Perfettibilità. Standardizzazione. Omogeneità.

L’anormalità è frutto di un giudizio, di una convenzione sociale, di una cultura.

Per alcuni è normale ciò che per altri non lo è, sempre rispetto a qualcos’altro.

E’ anormale tutto ciò che consideriamo inquietante perché non lo comprendiamo e quindi temiamo.
Temiamo perché diverso da noi, oppure perché ci fa sentire diversi.


In medicina si definisce ‘anormale
ogni situazione sistematicamente associata a malattia, assenza di benessere, invalidità fisica e psichica.
Tale condizione si manifesta attraverso “sintomi”, oppure stati ed atteggiamenti caratteristici di una salute precaria (condizione di rischio o segni fisici sospetti).
Ad esempio, è accertato che il rischio di sviluppare la gotta è trascurabile per livelli d’acido urico < 7 mg/dl (condizione verificabile nel 95.2% della popolazione). Aumentando il livello di acido urico [fino a 9 mg/dl] anche il rischio di gotta cresce; superata la soglia di tale valore, tutti i soggetti hanno la gotta (!)
Se la nostra preoccupazione fosse preventiva, la zona da controllare sarebbe compresa tra 8 e 9 mg /dl ….

In medicina si definisce ‘anormale ogni situazione “a rischio” che potrebbe evolvere verso la malattia conclamata.
Si ha la rimozione di un fattore di rischio solo nel caso in cui la malattia sia in qualche modo trattabile e/o non stabilmente instaurata nell’organismo.
… ma un fattore di rischio non è causa di malattia: è solo correlato alla causa della malattia…

In medicina si definisce ‘anormale una particolare condizione asintomatica, o in cui non si evidenziano segni fisici, che potrebbe beneficiare di un trattamento preventivo (per la gioia delle case farmaceutiche, purtroppo unica vera fonte di sovvenzione a favore della ricerca … sì! maquale Ricerca?!)
Se un test dà un risultato inaspettatamente anormale il clinico è portato a ripeterlo; solo quando la ripetizione del test fornisce il valore più vicino alla normalità, il clinico si ritiene soddisfatto.

Qual è il motivo di questo comportamento?
La “regressione verso la media” ha molteplici ragioni: comprese le variazioni casuali

Normaleper il clinico è quella caratteristica posseduta dalla maggioranza della popolazione, indipendentemente dal fatto che sia riscontrata in soggetti sani od ammalati.
La definizione statistica si basa sulla distribuzione della frequenza di una variabile misurata nei soggetti non ammalati, detti popolazione di riferimento, i quali non sempre corrispondono a quella fascia di popolazione a cui appartengono i soggetti sani!

si afferma che sia normale provare dolore dopo un’operazione chirurgica…
si dice che sia normale che un soggetto di mezza età abbia un livello di colesterolo sierico > 200 mg/dl…

Non esiste una linea netta di separazione tra soggetti normali e anormali (sani e malati?).

La stragrande maggioranza di noi è normale.

Le coordinate della Vita sono pressappoco uguali per tutti.

L’uomo medio non esiste: è solo un gioco statistico per cercare di dare sicurezza all’Esistenza.

La regolarità e la forma placano l’angoscia proveniente dal Caos.

Una tra le funzioni delle classificazioni psichiatriche delle malattie mentali è proprio quella di salvaguardare il senso di normalità al quale ci si aggrappa nel momento in cui si può descrivere la malattia.

Ciascuno di noi è normale in quanto condivide (anche inconsciamente) un sistema di riferimento, ma nel contempo ciascuno di noi è singolare, ovvero anormale, per le peculiarità che lo caratterizzano.

E’ importante che i miei allievi, futuri osteopati, comprendano che nessuna convenzione, per quanto utile e inevitabile, potrà classificare una singola vita.

La Salute è portare alla luce, far vivere la propria essenza -ciò che si è veramente- senza compromessi per essere accettati.

E’ importante conoscersi e riconoscersi come Esseri assolutamente normali, qualunque cosa si faccia e qualunque forma si abbia, perché ciascuna nostra caratteristica è ragione della propria Vita.

Mi tornano alla mente le immagini degli alberi di questa mattina.
Inchinàti dalla parte in cui soffia il vento.

La normalità è lo status di un Essere che trasmette sensazioni di completezza e gioia agli altri Esseri, indipendentemente dalla forma del suo contenitore.

Fabìola Marelli
Osteopata

 

Condividi sui social