Osteopatia, sclerodermia e microchimerismo

Ciascuno di noi è costituito non solo da migliaia di miliardi di cellule che discendono dall’originario uovo fertilizzato ma anche da un quantum di cellule geneticamente diverse.

La gravidanza mette sempre in allarme il sistema immunitario dato che dal punto di vista genetico il feto è un allotrapianto.

La gravidanza è la più comune fonte del microchimerismo ovvero della presenza di cellule con patrimonio genetico diverso da quello del resto dell’organismo che le ospita.

Questo termine era utilizzato per indicare la sopravvivenza e la proliferazione di cellule fetali allogeniche nella circolazione materna, senza l’induzione di una malattia da trapianto verso l’ospite.

Che alcune cellule attraversassero la barriera placentare e passassero nel feto era cosa nota, anche se la loro persistenza sembrava possibile solo in bambini affetti da immunodeficienza, il che faceva pensare ad un sistema immunitario sano che rapidamente eliminasse le cellule aliene.

In un lavoro del 2005 Peluffo affrontava questo concetto in termini di difesa intesa come protezione, ovvero esigenza endogena profonda derivata da un residuo psicobiologico primario insito nelle cause che avevano dato luogo al formarsi delle difese immunitarie.
Evidenziava che più specificatamente era l’aspetto psichico dell’esigenza difensiva del sistema immunitario materno quello più portato, neutralmente, ad eliminare l’invasore genetico alieno: il padre.

Una conseguenza inevitabile della riproduzione sessuata.

Il fenomeno del microchimerismo fetale chiarisce alcuni aspetti delle malattie cosiddette autoimmuni, la cui maggiore incidenza è per l’appunto nel sesso femminile con età di esordio compresa tra i 30 e i 40 anni.

Quando la donna è in piena attività riproduttiva è esposta a questi passaggi di cellule estranee e all’inevitabile movimento immunitario, anche asintomatico, che ne deriva.
Se qualcosa risveglia l’attenzione del sistema immunitario verso la presenza degli intrusi, il tentativo di eliminarli può far scattare l’attacco autoimmune.

Malattie autoimmuni, nell’uomo e nella donna che non ha mai avuto una gravidanza, possono derivare da trasfusioni di sangue, da un gemello, dalla madre, o da un aborto spontaneo o indotto.

I ricercatori non sanno ancora perché cellule fetali, con le quali si è convissuto fin dalla gestazione, a distanza di decenni vengano improvvisamente individuate come estranee.
Ad esempio, nel polmone di donne morte con sclerodermia sono state trovate fino a 760 cellule materne e 3.750 fetali su ogni milione di cellule.

L’attenzione della comunità scientifica è rivolta verso le implicazioni che il microchimerismo può avere sulla salute, in relazione sia ai possibili sviluppi terapeutici che a forme patologiche quali le malattie autoimmuni in cui è di frequente riscontro.

Il fenomeno del microchimerismo è indicato fra i fattori eziologici della sclerodermia sistemica e della sclerodermia localizzata giovanile, forma più comune nei bambini, nella quale le lesioni fibrotiche sono limitate alla pelle e ai tessuti sottocutanei.
Questa patologia presenta delle somiglianze immunologiche con la malattia cronica da trapianto verso l’ospite (cGVHD), che insorge come complicanza tardiva del trapianto allogenico di midollo osseo, in cui le cellule immunitarie dell’organo donato attaccano i tessuti del ricevente provocando indurimenti cutanei, danni intestinali e polmonari.

Nello studio sulla sclerodermia localizzata giovanile il microchimerismo è considerato uno dei fattori eziologici della malattia attraverso un processo probabilmente innescato da stimoli ambientali che attiverebbero le cellule fetali allogeniche a comportarsi esattamente come un allotrapianto, determinando così nella madre una sindrome da trapianto verso l’ospite.

La funzione del sistema immunitario, dunque, può trovarsi ad essere compromessa in presenza di cellule intruse, siano esse provenienti da trapianti d’organo oppure da microchimere.

Forse, è il microchimerismo uno dei fattori che spiega perché le donne generalmente vivono più a lungo degli uomini.

È un fenomeno veramente particolare, che avviene fra madre e figlio durante il concepimento e si manifesta dopo la nascita o non nascita e la crescita dei figli.

Quando una donna è in gravidanza molte sue cellule si trasferiscono nel feto così come alcune cellule del feto possono migrare e vivere nell’organismo materno … è da questa condizione che proviene quella sensazione unica che fa avvertire nel figlio qualcosa che è propria della madre e viceversa.

Poiché molte delle cellule che trapassano la placenta sono staminali embrionali, potenzialmente sono in grado di proteggere la madre nel caso di infezioni o lesioni, anche anni dopo il concepimento e la gravidanza.

Una protezione in più che determinerebbe la longevità delle donne.

“È come se queste cellule venissero chiamate in causa in periodi di grande stress o di scarsa salute; è come se i figli aiutassero le loro madri dall’interno” (Judith Hall)

La sfida della scienza è riuscire a trovare queste cellule, sicuramente più potenti delle staminali adulte.

La sfida dell’osteopatia è riuscire ad interagire con la figura del pediatra fin dai primi anni di vita del bimbo per limitare e lenire, attraverso il trattamento manipolativo osteopatico in ambito fasciale, la sintomatologia e le restrizioni di mobilità causate dalle modificazioni della pelle.

Fabiola Marelli
Osteopata D.O. mROI

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