Relazioni viscerali

A livello muscolo-scheletrico la mobilità si esplica grazie all’esistenza di complessi funzionali articolari costituiti da cartilagini, capsule, legamenti, membrane e liquido sinoviale eccetera, mentre a livello addominale esistono delle “articolazioni viscerali” (cfr. Erio Mossi) che, pur non potendo essere qualificate come articolazioni classicamente intese, hanno scopo e funzione simili alle articolazioni delle strutture dell’apparato muscolo-scheletrico e come tali consentono il movimento reciproco organico-viscerale.

La restrizione articolare viscerale solitamente si determina per ipocinesia reciproca fra le strutture organico-viscerali (carenza di scorrimento/scivolamento, eccesso di attrito/aderenza fra gli elementi, eccetera) e si ripercuote immediatamente sulla motilità intrinseca della struttura. 

In Fisiologia non accade che si percepisca la presenza di una massa epatica, gastrica, renale…
Nel momento in cui ciò avviene è perché la struttura sta effettuando uno sforzo funzionale (es: ghiandola epatica=sonnolenza post-prandiale).

Quando un elemento addominale (organo o viscere) dà costantemente segno della sua presenza è evidente che sta cercando di comunicare all’individuo una sua sofferenza che, se trascurata, potrebbe evolvere in patologia.
Una delle cause più frequenti all’origine di una catena disfunzionale viscerale è la ptosi, fenomeno che si riscontra sia in soggetti anziani sia negli individui che vivono una situazione psicologica di tipo ansioso/depressivo.

Mentre nel soggetto anziano si assiste ad una inesorabile e progressiva perdita di possibilità elastiche dei tessuti molli costituenti l’organismo e una conseguente riduzione della capacità di tenuta delle strutture legamentose – che portano conseguentemente ad un rilasciamento/abbassamento globale delle strutture viscero-organiche assogettate in modo incontrastato alla forza di gravità – nell’individuo tendente alla sindrome ansioso-depressiva è proprio la situazione psico-emotiva che può determinare l’abbattimento generalizzato del tono nervoso (tanto della muscolatura striata quanto di quella liscia).
La forza di gravità prende il sopravvento e associandosi a marcato dimagrimento e/o aumento ponderale porta a ptosi generalizzata per diminuzione/aumento della quantità di tessuto adiposo di supporto di alcune strutture viscero-organiche. 

Allo stesso modo di un fenomeno patologico quale ad esempio un ascesso, anche ogni tipo di intervento chirurgico può determinare restrizioni cinetiche distrettuali che lasciano sulla struttura segni indelebili per il resto della vita (e non ci si riferisce solamente alle cicatrici! NdA).
L’incisione addominale o toracica causa una penetrazione d’aria a livello intracavitario che spesso è all’origine di una più o meno parziale essiccazione/inaridimento delle membrane sierose. Ciò funge da elemento precursore alla restrizione cinetica viscerale in quanto l’abolizione/riduzione del sottile film liquido di rivestimento superficiale delle membrane è fenomeno predisponente la fissazione viscerale.

Sierosità e viscosità del fluido peritoneale sono elementi che garantiscono mobilità e motilità delle strutture.
Quando il peritoneo viene coinvolto relativamente alle superfici di scorrimento, ad esempio come esito post chirurgico, si osservano fenomeni del tutto simili a quelli che avvengono per un’articolazione come quella del ginocchio: modificazioni della qualità del liquido sinoviale porteranno inevitabilmente a un peggioramento qualitativo delle funzioni cinetiche dell’articolazione, così come modificazioni della qualità del liquido peritoneale porteranno a modificazioni della cinetica viscero-organica.

Lo scopo del trattamento osteopatico addominale (viscero-organico) è quello di rimuovere o limitare l’effetto di aderenze, restrizioni, fissazioni, per far sì che la struttura riprenda le sue funzioni.
Congiuntamente al lavoro specifico sulla struttura appartenente alla sfera organica e viscerale, l’osteopata dovrà valutare anche la funzione di altre sfere quali la sfera strutturale in generale e la catena gangliare latero-vertebrale in particolare, senza trascurare la sfera cranio-sacrale.

L’INSIEME funzionale garantisce all’organismo l’apporto di sostanze di cui necessita per il perpetrarsi della VITA.
Le implicazioni di una qualsiasi delle SFERE corporee si ripercuote sul sistema.
Il sistema viscerale è collegato strettamente a situazioni di natura psicogena che possono con facilità determinare perturbazioni neurovegetative.

STIMOLAZIONI in grado di alterare la motricità viscero-organica possono essere di molteplice origine: meccanica, chimica, temporale, psichica, etc.
Qualsiasi tipo di stimolazione, corretta o scorretta, di origine interna o esterna, breve o prolungata nel tempo, si ripercuote sui costituenti l’insieme organico determinando una situazione deficitaria o facilitante l’insieme funzionale.

ESISTONO all’interno del nostro corpo recettori specifici in grado di rilevare anomalie tensionali ed elaborare adattamenti che l’osteopata conosce e utilizza per il mantenimento dello stato diSALUTE.


Fabiola Marelli

Osteopata

 

 

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